venerdì 22 maggio 2015

Viaggio in California

Dal 12 dicembre 2013 al 7 gennaio 2014 
traveler V. Peralta
badwater basin, Death Valley
   Lo considero il ‘principe’ dei miei viaggi, il più importante ed extraeuropeo, in cui ho visto da vicino una parte del Nuovo Mondo che ancora oggi continua a essere sinonimo di creatività, di tecnologia e di futuro, uno stimolo, insomma, per tutto il mondo contemporaneo.
   Il viaggio è stato memorabile e al ritorno ho voluto trasformarlo in una specie di racconto dell’esperienza vissuta, mettendo insieme informazioni, ricordi e immagini, spero per questo di raccontarvi qualcosa di interessante e di coinvolgente.
   Ancora oggi, a poco più di un anno dal mio viaggio in California, il primo intercontinentale, mi chiedo qual è stata l’immagine della California che mi è rimasta più impressa. Credo di poter dire che è quella che corrisponde ad una grandiosa sequoia gigante.

chioma di sequoia gigante

   Mentre ero in volo da Parigi verso Los Angeles mi tornavano in mente le note dei Dik Dik “Ti sogno California e un giorno io verrò” di tanti anni fa. Qualcuno se la ricorda?
  Per noi europei la California incarna il fascino di una terra fertile in tutti i sensi (senza tener conto degli ultimi disastri come gli incendi e la siccità), dove è facile raggiungere il successo e la ricchezza. Le immagini più rappresentative sono quelle dei film hollywoodiani e delle serie televisive che evocano una terra da sogno in cui ognuno vorrebbe vivere e fare fortuna. La California è ricca di paesaggi inconsueti a cui non siamo abituati; l’azzurro del cielo e la mitezza del clima anche in pieno inverno sono incomparabili. Per le numerose opportunità che offre dagli stessi americani è considerato il “Golden State”, epicentro dello sviluppo e della prosperità degli Stati Uniti.

deserto del Mojave

tramonto su Black Canyon

   Qualsiasi cartolina è solo un riflesso sbiadito delle immense foreste, dei black canyon, delle distese desertiche o dei laghi di sale che mi sono rimaste vive nel ricordo.

Death Valley, distesa di sale 

 dune di sabbia con albero secco

   Nel mio viaggio attraverso questo Paese sconosciuto ho visto panorami mozzafiato, tramonti di fuoco, deserti primordiali e foreste millenarie.

Sequoia N. P., Visitor Center

Joshua Tree, blocchi di granito 

   Attraversando il suo vasto e vario territorio, sia all’interno che lungo la costa (in auto e in camper), ho segnato su un taccuino, accanto alle tappe più significative, le mie impressioni di viaggio. Avevo preparato anche un itinerario molto preciso e dettagliato sulle cose da vedere (che è risultato utile). Ho fotografato solo quello che mi ha incuriosito, evitando gli scatti più banali o troppo usuali e non certo quello che potevo trovare sulle cartoline in cui viene riportato ciò che interessa comunemente al turista. Ho scattato in tutto poco più di 600 foto digitali; a volte, riguardandole nel mio computer mi aiutano a ricordare con piacere le cose inimmaginabili e sorprendenti che ho visto.

venerdì 27 febbraio 2015

Uno degli Italianski Karasciò

   Dedico questo post a mio padre Antonino, reduce di Russia. Mio padre fece parte del Reparto Autieri della Divisione “Julia”, 8° Corpo d’Armata Alpino in Russia, ARMIR, e fu combattente sul fronte del Don riuscendo a ritornare a casa dopo la tragica  ritirata dell’inverno del ’42-43. Fu fortunato. Quando il 10 Giugno 1940 l'Italia entrò in guerra mio padre era poco più più che ventenne: era nato a Trapani il 16 Ottobre 1919. Chiamato per il servizio di leva nell'estate del '40, era stato assegnato all'11° Centro Automobilistico di Udine dove venne addestrato all'uso del camion per i trasporti dell'esercito regio.


Udine, Settembre 1940, Anno XVIII
Camion dell'11° Centro Automobilistico

   Dopo che l’1 Luglio 1942 fu costituito il 10° Reggimento Autieri, entrò come autiere nell’Autoreparto Pesante in servizio all’8° Armata, e quando nel Ferragosto del ’42 la Divisione “Julia” partì per la Russia anche il Battaglione e la Compagnia in cui mio padre militava partì per la guerra, avendo come destinazione il fronte orientale.
mio padre in divisa da militare
   Ho cercato di ricostruire l'itinerario della sua andata in guerra: raccontava che alla partenza era stato fornito di viveri a secco, per lo più scatolette di carne e gallette e che il viaggio di andata lo aveva affrontato in treno. In genere, quando arrivavano sul posto designato gli autieri scaricavano i camion dal treno e si incamminavano in colonna alla zona di guerra.
   Dopo la battaglia di Crimea era iniziata da parte dei tedeschi l’avanzata in Ucraina e la conquista di Odessa: ricordo che mio padre accennò più volte a questa città, e sicuramente perché partecipò alle operazioni di guerra di quei giorni. Fu da lì che in seguito deve avere avuto inizio il suo avvicinamento al fronte del Don dove si concretizzò la sua partecipazione più attiva da combattente.
  Dai suoi racconti di guerra ho appreso cose terrificanti: di combattimenti, di uccisioni, di stenti e di fame che hanno profondamente colpito la mia emotività e quella degli altri familiari. Purtroppo, durante l’ascolto non ho mai preso appunti, segnato date o conservato nomi, e molti particolari sono andati perduti, ma ero inconsapevole che un giorno potessero tornarmi utili (ancora oggi, a distanza di settanta anni, vengono pubblicati postumi manoscritti di reduci di Russia ).

mercoledì 25 febbraio 2015

La passione per i fiori di cactus

angolo di cactus 

   I fiori dei cactus sono molto spettacolari, il fiore del cactus grandiflorus- selenicerus grandiflorus (indigeno delle Antille, Messico e America Centrale), ad esempio, è uno dei fiori di cactus più belli che esistono, con i suoi grandi fiori vistosi di colore bianco. Amo molto i cactus e i loro fiori, sembra impossibile che da piante così spinose e, a volte da esemplari molto piccoli, possono sorgere dei fiori dai colori così vivaci e dalle dimensioni così grandi! Di recente ho fotografato alcuni cactus fioriti che tengo in vaso nel mio giardino e che voglio farvi vedere:


pronti a sbocciare
   Un cactus molto diffuso sulle rive del Mediterraneo è il cereus cactus chiamato anche cereus peruvianus, originario del Sud America e di cui se ne contano circa 50 specie, differenti per forma e dimensione. Il cereus cactus cresce in terreni asciutti e ama il clima caldo con temperatura media; durante la fioritura, che avviene in estate, sui suoi rami compaiono numerosi fiori dai colori rosa, giallo e rosso che si aprono di notte e si richiudono al mattino.

   Un magnifico esemplare di questo cactus cresce nel terreno dietro la mia casa dove è stato travasato un paio di decenni fa. Il suo fiore è il mio fiore di cactus preferito.

fiori di cereus cactus