Sono itinerari unici ed eccezionali che si trovano in località turistiche molto frequentate. A parer mio sono le mete più belle che finora ho raggiunto nei miei viaggi in Spagna e che hanno avuto come destinazioni le città di Barcellona, Saragozza, Madrid, Siviglia e Cordova.
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viajera V.Peralta
Mezquita de Cordoba |
n. 1 El Templo encantador
Il tempio della Sagrada Familia è il simbolo di Barcellona. Esso è
legato al nome di Antoni Gaudì (soprannominato l'architetto di Dio) che lo progettò e ne diresse i lavori imponendo
il suo nuovo stile modernista. L’opera affascina per l’originalità delle
innovazioni tecniche ed estetiche, e trasporta il visitatore in un' atmosfera incantata che trascende la comune realtà.
Ho visitato ed ammirato
la Sagrada
Familia per la prima volta nel 2005 quando, sia all’esterno
che all’interno, c’erano ancora lavori in corso. Seppure incompiuta l’opera
lasciava intravvedere la magnificenza della sua ispirazione architettonica ed
artistica, e devo dire che, mentre mi documentavo su di essa, il progetto di
Gaudì mi ha colpito e meravigliato, per questo ho continuato a interessarmi dei
progressi della sua realizzazione.
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ingresso facciata della Natività
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La prima pietra della Sagrada
Familia fu posta il 19 marzo del 1882 e il suo primo progettista fu Francisco
Del Villar, ma fu Gaudì che diede la vera impronta al tempio. Nel 1883 Gaudì ne
divenne ufficialmente il nuovo ideatore trasformando completamente il progetto
originario di Del Villar (dopo che quest’ultimo si era dimesso dall’incarico).
Nel corso degli anni il tempio è cresciuto e si è perfezionato: altri
architetti hanno aiutato Gaudì e vari scultori hanno collaborato alla
realizzazione delle facciate. Di questa equipe per esempio hanno fatto parte gli
scultori Llorenc Matamala, suo figlio Joan (biografo anche di Gaudì) e Carles
Mani, il disegnatore Ricard Opisso, e, per ultimo, Josep Maria Subirachs
(facciata della Passione). Alla morte di Gaudì, nel 1926, assunse la
responsabilità dell’opera il suo assistente Domènec Sugnanes (fino al 1936); altri
architetti furono impegnati nei lavori come Francesc Quintana e Francesc
Cordoner.
La durata della costruzione della Sagrada Familia, nel suo complesso,
raggiunge 144 anni dall’inizio della prima pietra! Anche nei secoli trascorsi
il tempo impiegato per la costruzione delle grandi cattedrali è stato lungo. Ad
esempio
la Cattedrale
di Notre Dame si cominciò a costruire nel 1160 e fu completata solo nel 1225, e
la Cattedrale
di Colonia ebbe lavori di costruzione che si protrassero per più di sei secoli,
dal 1248 al 1880.
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piazza della S. Familia
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Mentre i lavori di costruzione della Sagrada Familia avanzavano, sono successi molti tipi di avvenimenti che hanno modificato il corso della storia e
le modalità di vita delle generazioni. Certo la sua costruzione non è stata
veloce, ma, come diceva lo stesso Gaudì: "il Padrone di quest'opera non ha
fretta".
L’evoluzione cronologica dei lavori del tempio ha avuto diverse fasi,
tutte importanti, e, ogni volta che ne veniva completato un pezzo significativo,
questo costituiva una pietra miliare e un traguardo raggiunto. Ancora oggi i
lavori non sono stati ultimati, procedono lentamente e in modo discontinuo e questo
perché dipendono dai finanziamenti delle donazioni che vanno ad una associazione
preposta a questo scopo. Il 7 dicembre 2010 è stata consacrata da Benedetto
XVI, e, secondo le previsioni , la chiusura definitiva dei cantieri esterni dovrebbe avvenire nel 2026.
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dalla finestra della torre
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Salire in ascensore sulle torri della Passione dà una grande emozione
(se soffrite di vertigini, comunque, è meglio non avventurarvi perché dovete innalzarvi a
più di 100 metri di altezza; io ho trovato molto vento), da lì si ha una visione più
ravvicinata dei cantieri aperti sulla sommità del tempio e degli operai al
lavoro.
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cantiere visto dalle torri
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Le torri, che secondo Gaudì obbedivano ai castelles, nonostante abbiano
cime elevate, sono sovrastate dalle gru in continua attività.
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gru in movimento
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Tutto il complesso esterno del tempio fu progettato da Gaudì perché
fosse la costruzione più rilevante di Barcellona, infatti, la si può scorgere
da qualsiasi punto della città e le sue alte torri predominano nel paesaggio
urbano: Gaudì voleva che la Sagrada Familia
superasse in altezza qualsiasi edificio della città per dimostrare la supremazia
di Dio sull’uomo.
La sua forma è a croce latina con 94 metri di lunghezza e 60 di
larghezza; è composto da cinque navate. La navata principale ha inizio dalla
facciata della Gloria, le altre due facciate si trovano ai limiti della
crociera. L’abside è formata da sette cappelle; sotto l’abside è collocata la cripta
dove è seppellito Gaudì.
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altare e Cristo sospeso
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Sull’ altare della navata centrale è posto un Cristo
in bronzo sospeso in aria, che dà un senso di leggerezza. Come le grandi
cattedrali gotiche la verticalità è la caratteristica che dà maggiore
maestosità al tempio e per questo si è parlato di una certa eredità dello stile
neogotico, ma le influenze maggiori sono di art nouveau.
L’opera esternamente presenta tre facciate: della Natività, della
Passione e della Gloria. La prima rappresenta il trionfo della vita attraverso
la nascita di Gesù, in mezzo ad una natura rigogliosa ed esuberante nelle sue
decorazioni, ed è stata la prima ad essere costruita; la seconda facciata è
stata concepita in modo da riflettere la sofferenza di Cristo e la sua morte.
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facciata della Passione
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Osservandola bene riesce ad emanare una sensazione di angoscia e di dolore e
proprio per questo è artisticamente essenziale e priva di qualsiasi
abbellimento.
La terza, secondo l’idea di Gaudì doveva essere la più importante
e monumentale e doveva rappresentare la lotta dell’Umanità per raggiungere ed
ottenere la vita eterna in cui la Gloria sarà la giusta ricompensa. Per la sua complessità e originalità è quella che colpisce di più e non è impropria la sua ispirazione alle strane forme del massiccio del Montserrat. E’ stata iniziata nel 2002, Gaudì l’aveva solo abbozzata, attualmente viene portata avanti dai suoi continuatori. Il grande architetto in vita realizzò solo la facciata della Natività.
L’interno del tempio è armonioso e anch’esso innovativo, e concentra
l’essenza dell’architettura di Gaudì. Gli elementi che lo compongono sono
totalmente originali e innovativi: le colonne che dividono le navate sono
inclinate e ramificate come se fossero alberi.
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il soffitto
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L’effetto estetico che ne
consegue è spettacolare visto che si ha l’impressione di entrare in un enorme
bosco di pietra in penombra.
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come dentro un bosco
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L’illuminazione, infatti, è stata progettata per
riprodurre il suo effetto quando filtra attraverso le foglie di un bosco.
Le
vetrate e i rosoni hanno colori meravigliosi ma riposanti, e le nicchie delle
arcate presentano incassati dei diffusori luminosi che servono a sfumare la
luce solare e ad illuminare soffusamente la superficie della volta, trasformata
in foglie di palma.
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interno lato Natività
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Il tempio, nel suo complesso si può definire anche come un omaggio alla
natura, le cui rappresentazioni sono molto frequenti perché Gaudì si sentiva
affascinato da essa. Sentiva ammirazione sia per il mondo vegetale che per quello
animale: le piante, gli alberi e gli animali gli servirono di ispirazione per
questioni estetiche e tecniche. Diceva che il suo maestro era un albero che
cresceva vicino al suo studio.
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interno lato Passione
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Ho letto che il tempio di Gaudì è importante non solo per la sua
struttura rivoluzionaria ma anche per il suo simbolismo, essendo in esso
racchiusi tutti i simboli della storia dell’Umanità e tutti i fondamenti del
Cristianesimo.
Entrando nella Sagrada Familia si percepisce essenzialmente un senso di
pace spirituale, il silenzio che pervade
l’intero tempio spinge al raccoglimento e alla comunione con Dio, e questo ho
potuto verificarlo di persona.
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interno porta Natività
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La mia più recente visita risale all’aprile del 2015. All’entrata ho
trovato una lunga fila di attesa, se accettate un mio consiglio per accorciare
i tempi non c’è altra soluzione che l’acquisto del biglietto ‘on line’.
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interno navata centrale
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n. 2 Pasear por patios
Il patio è il cortile interno
alle case tipico dell’architettura spagnola. Spesse volte è annesso anche un
giardino con piante e fontane, vasche, sedili, angoli per conversare.
L’architettura delle case può essere antica, moderna, rustica ma sempre si rifà
a quello stile arabo che ha lasciato un segno profondo nel vivere quotidiano
spagnolo e che continua ad avere il suo fulcro in questo ambiente fresco e
verdeggiante all’interno delle abitazioni moderne.
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ingresso di una casa andalusa
da dove si intravede il patio interno |
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Cordova, monumento al patio
vicino porta de Sevilla |
In una mia recente visita a Cordova (settembre 2015) ho fatto un giro per Los Patios del Alcazar Viejo, unici in tutta l'Andalusia: i cortili comprendono centinaia, che dico, migliaia di vasi appesi ai muri e sono per lo più
annessi ad abitazioni private, a torrioni arabi o ad antiche muraglie. La varietà delle specie floreali, tutte differenti tra di esse, dentro vasi variopinti (prevale l'azzurro) che cascano dalle pareti, è impressionante. E i profumi inebriano il visitatore!
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patio San Basilio 14
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patio San Basilio 40 |
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patio San Basilio 14
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patio San Basilio 40
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patio San Basilio 40
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patio San Basilio 40 |
Se andate a Cordova è una dimenticanza che non vi perdonerete non percorrere la 'ruta' dei patios. Tutta Cordova ne è piena, ma quelli dell'Alcazar Viejo sono una vera meraviglia, ve lo posso assicurare. Il periodo migliore per visitarli è maggio, ma va bene anche d'estate in cui la temperatura a Cordoba è più fresca rispetto a Siviglia.
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Martin de Roa 2
(patio de la Muralla) |
In ogni stagione dell'anno i patios profumano di gerani, garofani e, in particolare, di gelsomini!
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Martin de Roa 2 |
E’ una vecchia tradizione andalusa quella di riempire gli spazi interni
delle case (anche in pieno centro) con colonne, pozzo, piante
lussureggianti e fiorite, pareti ricoperte da piastrelle
colorate, in perfetto stile moresco introdotto dai nuovi conquistatori dopo l'irruzione islamica nel territorio divenuto Al-Andalus.
La storia dei patios di Cordova ha inizio ai tempi dei Romani (ricordate
le ville romane?) ed è continuata sotto i Musulmani per i quali il patio
divenne anche un luogo per socializzare.
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patio San Basilio 44 |
Nel 2012
la Fiesta de los Patios de Cordoba è stata iscritta nell’elenco del
Patrimonio immateriale dell’Umanità.
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San Basilio 13 (torrione arabo) |
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patio San Basilio 44 |
Passeggiare per Cordova ed entrare nei suoi patios è stata un’esperienza entusiasmante, un
immergersi in profumi e colori (anche se eravamo a fine settembre e le
fioriture più intense, si sa, sono in primavera) che mi torna in mente ogni
volta che mi muovo dentro il mio giardino e in quello che io definisco, per l'ambiente che ho costruito, il
patio di campagna.
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febbraio 2015
piante al riparo dalla neve |
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fontana e piante grasse nel giardino di casa |
n. 3 Cofradias e Pasos
Non pensavo che andando a Siviglia avrei scoperto quanto l’animo
andaluso, festoso e gioioso, fosse così legato ai riti della Passione. Le
Confraternite che continuano a riunirsi per il resto dell’anno, le Calle che espongono
sui muri azulejos che riproducono pasos, i balconi ancora impalmati dalla
Domenica delle Palme sono i segni più evidenti che i sivigliani sono legati in modo indissolubile alla Semana Santa in cui
la città diventa protagonista di una delle più coinvolgenti celebrazioni dei
riti pasquali.
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palma appesa ad un balcone
in una casa di Siviglia |
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azulejos, Iglesia de San Jacinto
a Triana |
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azulejos, Maria Santissima de la Estrella a Triana |
Se andate a verificare su Wikipedia (come ho fatto io), sono più di 60 le
Cofradias, o Confraternite, che sfilano nella città dalla Domenica delle Palme
alla Domenica di Pasqua. Il Consejo General de Hermandades y Cofradias è
l’Organismo che sovrintende l’attività delle Confraternite facendo rispettare i
tragitti e i tempi di svolgimento delle processioni. Dopo essere uscita dalla
chiesa di appartenenza ogni Confraternita raggiunge il Calle Campana, punto di
partenza per compiere la Carrera Oficial, cioè il percorso ufficiale, fino alla Cattedrale.
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azulejos in una calle
a Triana |
Ogni processione, di solito, comprende due “pasos”: un Cristo e una
Vergine. I pasos, corrispondono alle “vare” italiane e sono costituiti da
statue o gruppi di statue che raffigurano
la Passione di Cristo. Le sculture risultano opere dei maggiori artisti del barocco spagnolo. Vengono chiamati così per l’incedere lento dei passi dei portatori (costalero) che
camminano all’interno di essi. Accompagnati dai nazareni (confratelli)
procedono in fila capitanati dai capataz. Mentre avviene la processione una
moltitudine di fedeli canta le saetas tipiche del folklore andaluso.
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azulejos Jesus del Silencio Iglesia San Juan de la Palma |
Tutte le chiese di Siviglia
possiedono i loro “pasos” ma alcune chiese ospitano pasos riconosciuti tra i più simbolici e artistici.
Ne elenco alcune in particolare dove ho fotografato (settembre del 2015)
i pasos che vi voglio far conoscere:
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Jesus del Silencio Iglesia San Juan de la Palma |
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Iglesia de San Antonio Abad |
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Jesus de la Crux Iglesia de San Antonio Abad |
- Iglesia San Juan de la Palma, Calle San Juan de la Palma
- Iglesia de San Antonio Abad (sede della Confraternita El Silencio) Calle Alfonso XII, 3
- Iglesia de Jesus del Gran Poder,
Plaza de San Lorenzo, 13- Iglesia Colegial del Salvador,
Plaza del Salvador (
la Chiesa
rappresenta il secondo tempio per importanza di Siviglia e accoglie il
bellissimo Cristo con
la Croce)
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Jesus de la Crux
Iglesia del Salvador |
- Iglesia de la Magdalena (sede della
Confraternita El Calvario), Calle de San Pablo, il cui interno è tra i più
sontuosi di Siviglia
- Basilica de la Macarena, Calle de Becquer, 1 (davanti l’arco omonimo e annessa alla Iglesia de San Gil)
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Arco della Macarena |
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Basilica della Macarena |
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la Vergin Macarena |
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azulejos della Macarena |
Dicono che il culmine della Semana Santa (rappresentato
dalla Madrugata) da Giovedì notte a Venerdì Santo sia la notte più speciale perché comprende le processioni più importanti. La Confraternita de El
Silencio, la più antica di Siviglia (1548), è quella che dà inizio alla
Madrugata, segue quella de Jesus del Gran Poder che trasporta un meraviglioso
Cristo del XVII sec., la più attesa, però, è la Macarena. La Vergin
Nuestra Segnora de la
Esperanza Macarena è molto amata dai sivigliani; la Basilica dove è custodita
si trova nel barrio omonimo ed ha annesso un museo dedicato alla Vergine. Per
ultimi entrano le Confraternite de El Calvario, de la Esperanza
de Triana (detta La Trianera)
e, in mattinata, la
Confraternita rom de Los Gitanos.
Non mi è stato ancora possibile essere presente ad alcuna delle edizioni
della Semana Santa di Siviglia ma mi propongo di esserci, prima o poi, per
vivere in prima persona questa esperienza che da più parti viene ritenuta
eccezionale per le emozioni che suscita. Per il momento mi accontento di aver
visitato alcune delle chiese che ospitano i pasos e di averli potuti ammirare
di presenza. Quanto alle processioni del
Venerdì Santo ho un’idea abbastanza chiara per aver visto un video nel museo
della Basilica della Macarena.
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museo della Macarena |
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museo della Macarena |
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museo della Macarena |
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