Desideravo da tempo fare una visita a quest’Orto Botanico considerato tra i più famosi al mondo, e finalmente è stato possibile durante una giornata trascorsa nella città di Padova. Proprio la mattinata del mio ingresso l’Orto era pieno di scolaresche e di molti altri visitatori a testimoniare la sua importanza naturalistica e valenza didattica.
Appassionata di piante come sono l’ho trovato molto ricco di specie rare, alcune per me nuove, altre conosciute vivendo in un Paese quasi interamente interessato da un clima moderato, privo di deserti e di zone fredde. Naturalmente mi sono documentata prima di visitarlo. L’Orto Botanico di Padova per la sua importanza storica e per il suo sorprendente numero di piante che accoglie è stato inserito nel 1997 nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco. Fondato nel 1545 è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo. Nell’Orto vivono oggi 6.000 piante di 3.500 specie vegetali (che naturalmente non ho potuto fotografare tutte!). Molte piante sono esemplari notevoli per la loro importanza storica, altre appartengono a specie minacciate o estinte, altre hanno un ruolo fondamentale in campo medicinale o alimentare, e ornamentale. Inizialmente era stato istituito ad opera dell’Università di Padova per scopi scientifici e didattici per la coltivazione di piante medicinali. Molte specie sono state introdotte per la prima volta in Italia e in Europa grazie ai legami dell’Orto Botanico con la Repubblica di Venezia che storicamente faceva da tramite con l’Oriente ma anche attraverso i viaggiatori che avevano rapporti con il Nuovo Mondo. L’Orto attraverso i secoli ha mantenuto la sua collocazione originaria e le caratteristiche dell’impianto cinquecentesco con cui era nato. Nel 1680 è stato piantato il Platano orientale nell’ arboreto che, a causa di un fulmine che l’ha colpito (è questa la stranezza) ha il fusto cavo. Tra il 1804 e il 1818 furono realizzate le Serre Ottocentesche dedicate alla conservazione degli esemplari nei mesi più freddi e che ospitano oggi la collezione delle piante insettivore. Nel 1914 l’Orto Botanico ha aggiunto al proprio patrimonio naturalistico il Giardino della biodiversità: in pratica si tratta di cinque grandi serre (costruite in un giardino adiacente all’Orto antico) che riproducono i cinque biomi del pianeta: tropicale, sub-umido, temperato, mediterraneo, arido. Le serre sfruttano l’energia naturale e l’energia solare. Nel 2023 è stato aperto il Museo botanico in cui si racconta la storia dell’Orto (che ho trovato molto ricco di notizie). L’Orto Botanico di Padova ha un simbolo: è la Palma di Goethe che è la pianta più antica dell’Orto e che si chiama così in onore dell’autore tedesco che la descrisse in un suo famoso saggio botanico (Le metamorfosi delle piante), dopo aver visitato l’Orto botanico nel 1786. La palma è alta circa 11 metri ed è custodita dentro una sua serra. Il suo nome scientifico è Chamaerops humilis conosciuta anche come palma nana. Vive spontanea sulle coste mediterranee in Sicilia e in Sardegna ma a Padova ha bisogno di essere conservata con cura per il clima diverso. Le piante che ho trovato più interessanti da vedere nella serra tropicale sono state la pianta del cacao, della vaniglia, del banano e la palma del viaggiatore nella serra tropicale. Nella serra sub-umida ho visto la pianta del caffè (che conoscevo per averla vista altre volte) e la vasca delle ninfee. Nella serra mediterranea non mi sono soffermata molto perché sono abituata alle piante che vi sono esposte come l’ulivo, il mirto e gli agrumi. Essendo un’appassionata di cactus mi sono trattenuta di più nella serra arida che ospita le piante tipiche dei deserti. Completano questo magnifico Giardino le vasche all’aperto con le ninfee e altre piante acquatiche davanti le serre con le scenografiche cascate.Blog di esperienze di vita, con itinerari che spaziano dai viaggi più significativi agli hobby preferiti, dai percorsi culturali di studio e dai riferimenti storico-letterari a quelli di impegno professionale e di ricerca personale. Condivisione anche dei ricordi ai quali sono più legata e delle tradizioni popolari del mio territorio.
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