venerdì 21 ottobre 2022

Le bodegas di Jerez

   Jerez ha una profonda e antica tradizione vinicola per questo una sua visita non può non concentrarsi su almeno una delle sue più famose cantine. A fine settembre di quest’anno sono arrivata a Jerez in treno da Cadice attraverso un territorio acquitrinoso di acque basse e lagunari, salmastro e cosparso di bianche saline. Un giorno a Jerez  può essere sufficiente sia per fare un giro veloce della cittadina sia per visitare qualche bodega del pregiato sherry spagnolo.
   Tra le attrazioni principali di Jerez troverete l’Alcazar, simbolo di Jerez ora diventato parco pubblico e l’imponente Cattedrale dedicata a Cristo Salvatore, tra le piazze spiccano piazza del Mamelon considerata una delle piazze più eleganti e spettacolari, centro storico e commerciale di Jerez con una grande vasca centrale colonnata e diverse specie vegetali intorno, e piazza del Arenal con il monumento a cavallo di Miguel Primo de Rivera che si innalza dentro un fontana zampillante.
   Ma se si va a Jerez è perché interessano le sue bodegas come quelle di Tio Pepe, il fondatore dell’industria dello sherry spagnolo o quelle di Lustau, Perez, Ganzales, Byass, Sandeman (solo alcune). Il solo motivo per il quale durante la mia visita a Cadice avevo deciso di trascorrere un giornata a Jerez era quello di visitare la “bodega Fundador”.
  Le bodegas di Jerez rappresentano uno dei grandi patrimoni e attrazioni non solo della cittadina che è cresciuta ed è diventata nota in tutto il mondo proprio per il suo vino ma dell’Andalusia e dell’intera Spagna.
Visitare almeno una delle bodegas di Jerez e degustare lo sherry sul luogo di produzione è un’esperienza da non perdere per chi ama wine tour esclusivi.


venerdì 22 luglio 2022

La Villa dei Misteri: gli affreschi

   La Villa dei Misteri è una splendida villa romana che si trova a Pompei, fuori dalle mura dell’antica città. La villa è conosciuta in tutto il mondo per i suoi affreschi ed è sicuramente l’edificio più ammirato a Pompei perché è un esempio di villa romana ancora conservata in loco, ma soprattutto perché custodisce una delle più grandi pitture antiche al posto originario.

    La villa deve il suo nome al famoso fregio dipinto della sala del triclinio che le ha dato il nome. Si tratta di dieci scene figurate (dipinte a grandezza naturale) di una cerimonia dionisiaca descritta particolarmente nei suoi vari momenti, e che sono state paragonate quasi a delle sequenze cinematografiche.  L’interpretazione di queste scene non è ancora chiara ma secondo l’ipotesi più probabile pare che le scene si riferiscano ai ‘misteri del dio Dioniso’. Davanti a questa pittura si rimane stupiti e attoniti, il suo fascino, infatti, ha attirato e continua ad attirare turisti di tutto il mondo.
   La pittura romana in questa villa ha raggiunto il suo livello più alto in ragione della bellezza e ricchezza di questi meravigliosi affreschi, in particolare la sala del grande affresco riesce ad avvicinarci agli ideali di magnificenza classica riportati nei libri di storia dell’arte. Le figure umane dipinte negli affreschi, seppure fondamentali, appaiono quasi di secondaria importanza rispetto al protagonista assoluto che è il rosso porpora distribuito lungo le tre pareti della stanza. Sullo sfondo delle scene, infatti, si può ammirare il famoso rosso detto pompeiano rinvenuto nelle patrizie ville romane e in questa dei Misteri e che è stato definito come il colore più elegante dell’antichità classica.

   La mia visita alla Villa dei Misteri e agli scavi di Pompei è avvenuta nella seconda metà di maggio di quest’anno, tra i mille reperti interessanti che ho scoperto per la prima volta, non essendo mai stata al parco archeologico, sono stati gli affreschi di questa villa che hanno suscitato la mia più stupefacente ammirazione.

venerdì 1 luglio 2022

Provenza: due siti speciali

   La Provenza storica, celebre per la fioritura della lavanda, ha sempre offerto al viaggiatore una straordinaria esperienza per i suoi piccoli villaggi, le bellezze naturali uniche e le città piene di vestigia romane. La prima volta che l’ho visitata mi ha lasciato i suoi profumi e i suoi colori che sempre ho presente nonostante siano trascorsi alcuni decenni. Due siti particolarmente mi sono rimasti impressi oltre le città simbolo e i luoghi medievali, Fontaine de Vaucluse, dimora celebre del Petrarca, e Pont du Gard, opera architettonica maestosa.


   Pont du Gard è un ponte romano a tre livelli e fa parte di un acquedotto di 50 km che portava l’acqua dalle sorgenti di Uzes alla città che oggi viene chiamata Nimes. Il ponte è alto 49 m e lungo 275 m (il primo livello è percorso da una strada) ed è stato costruito nel 17 a. C. da Agrippa sotto Augusto. Per comprendere la magnificenza di questo ponte basta osservarlo da vicino, sbalordisce, infatti, la modernità della sua concezione e la solidità della sua struttura che ne fanno un autentico capolavoro e un prodigio dell’ingegneria romana.

   Fontaine de Vaucluse è un villaggio della Provenza che ospita un incredibile sito naturale situato in una profonda valle: la sorgente della Sorgue. A Fontaine de Vaucluse dimorò per lungo tempo il Petrarca che qui scrisse: ‘Chiare, fresche et dolci acque’. Pare, infatti, che il poeta fosse stato ispirato proprio dal torrente Sorgo per i componimenti dedicati a Laura. E se guardiamo le acque limpide e verdi di questa sorgente, da cui ha inizio il torrente, non può che essere stato così. 
La canzone fu scritta tra il 1340 - 1341 ed è in assoluto tra i componimenti più conosciuti del Canzoniere del Petrarca dove il poeta rievoca i luoghi che hanno visto la presenza di Laura, la donna amata; egli sentendo l’approssimarsi della morte, ha il desiderio di essere sepolto proprio in quei luoghi, nella speranza che un giorno Laura, come angelo sulla terra, possa tornarvi e guardare la sua tomba con lo sguardo lieto e colmo di pietà. Sul posto un museo-biblioteca è stato dedicato al poeta e nel 1963 una targa posta dalla Società Dante Alighieri ricorda il Petrarca e Laura.