venerdì 16 novembre 2018

Kule Loklo

   Kule Loklo è un villaggio dei nativi della costa californiana ricreato a poca distanza dal centro visitatori del Point Reyes National Seashore e che ho avuto l'occasione di visitare durante il mio viaggio in California alla fine di dicembre 2013.
l'indicazione del villaggio
   E' distante tre miglia dall'area di parcheggio ed è un sito ideale per conoscere il passato della California prima dell'arrivo degli Europei. Il villaggio è stato creato negli anni '70 per offrire ai visitatori che si recano a Point Reyes anche l'occasione di vedere come si svolgesse la vita dei nativi americani lungo la costa del Pacifico. 
spiaggia del Pacifico da Point Reyes
   La ricostruzione è stata fatta in un posto dove idealmente poteva sorgere il villaggio originale in mezzo al verde e alle querce,  vicino a un ruscello. Ci sono le abitazioni di legno (cotka) costruite a forma di capanna, i granai, dove veniva conservato il cibo, una casa rotonda dove si svolgeva l'assemblea per danze e cerimonie e poi la capanna del sudore (lamma) che era usata esclusivamente dagli uomini per la pulizia del corpo e dello spirito. I nativi Coast Miwok della Contea di Marin erano un sottogruppo dei Miwok. Vivevano in piccoli gruppi senza una autorità politica centrale e avevano un'economia basata sulla raccolta, la pesca e la caccia. A base della loro alimentazione c'erano le ghiande(umpa) ma si nutrivano anche di bulbi, semi, funghi. Cacciavano con frecce, bastoni, e lacci. Lungo la costa pescavano salmoni, raccoglievano frutti di mare e alghe. Il tatuaggio del corpo era una loro pratica tradizionale. Credevano negli spiriti animali e umani anzi gli spiriti animali erano visti come loro antenati: il coyote era considerato come dio antenato-creatore.
la selvaggina del luogo:
cervo mulo della California
Coast Miwok, San Francisco
Museo Marittimo 
   Il sito si raggiunge a piede percorrendo un sentiero tra gli eucalipti. A Kule Loklo ogni anno, a luglio, si svolge un festival per celebrare la cultura dei nativi.
Nota: Quando Sir Francis Drake costeggiò la California nel 1579  per poi sbarcare nella baia che da lui prese il nome nel territorio vivevano gli indiani Miwok della costa. Fu allora che avvenne il primo contatto tra nativi ed Europei.   
il villaggio,
abitazioni a forma di cono

    

sabato 10 novembre 2018

Tram storici

   Il tram n. 28 di Lisbona è quello storico per eccellenza, forse il più famoso al mondo. Con le sue tipiche carrozze passa tra monumenti famosi e quartieri come Baixa, Alfama e Barrio Alto. E' un'attrazione per i turisti che l'aspettano alla fermata per salirvi e conoscere gli angoli più interessanti della città, oltre a fare un'esperienza originale. All' Alfama, che è il quartiere più antico di Lisbona, vale la pena arrivarci su questo tram: il percorso tra le strette vie è tutto in salita e nei  'mirador' si può godere di bellissimi scorci panoramici.
Alfama: vista sul Tago
il tram n. 28 ad Alfama
   Anche a Porto c'è una rete di tram d'epoca della stessa tipologia dei tram di Lisbona che fanno il tour storico della città. E' facile vederli nel quartiere più caratteristico, Ribeira, dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'Umanità.
Porto,  Ribeira visto dalla funivia
Porto, tipico tram a Ribeira 
   A San Francisco gli antichi cable car sono una delle attrazioni principali che sferragliano su e giù per le colline della città tra l'entusiasmo dei turisti che si vedono trasportati per le salite e le discese della città che solo così si possono apprezzare. Salire su un cable car è un'esperienza che nessuno può permettersi di perdere! Ci sono salita anch'io e mi sono divertita molto.
San Francisco vista da Twin Peaks
 San Francisco,  carrozze cable car 
 
San Francisco, cable car al capolinea
manovra cable car 
   Per andare da Vienna a Grinzing, antico quartiere vinicolo della città, c'è il tram n. 38 che parte dalla stazione di Schottentor e  proprio a Grinzing ha il capolinea, l'ho scoperto durante il mio tour viennese. Per chi non la conosce Grinzing ha proprio l'aspetto di un villaggio ed è famosa per i tipici 'heuriger' (osterie dopo si può bere il vino nuovo e deliziarsi con i piatti locali).
Grinzing, insegna heuriger
Grinzing, tram n. 38

mercoledì 3 ottobre 2018

La casa moresca in Andalusia

   Sono stata diverse volte in Spagna ed ho visitato le più rappresentative città dell'Andalusia. L'impronta musulmana si riconosce oltre che nei palazzi e nell'Alcazar anche nelle medine, autentici borghi popolari in cui era concentrata la maggior parte delle case. Così come gli esterni di molti edifici islamici sono semplici e privi di elementi ornamentali  la stessa caratteristica si nota nelle case di comune abitazione.
Granada: Albayzin
   Camminando per i quartieri storici di città andaluse, il primo elemento evidente che colpisce il visitatore è la mancanza di finestre e la sobrietà dei muri esterni. L'unico elemento esterno visibile era la porta che spiccava sui muri bianchi e spogli. Le finestre se c'erano si trovavano ai piani superiori, erano molto piccole e si affacciavano su strade strette, tortuose e di solito a scalini.
 cortile interno ad una casa
   All'interno comune a tutte la case era il cortile, dal quale entrava la luce e l'aria facilitando la ventilazione e sul quale si affacciavano le varie stanze. Quelle del piano terra erano occupate dagli uomini, quelle del piano superiore dalle donne. Al centro c'era quasi sempre una fonte o una vasca. Se il cortile era grande ospitava alberi, piante aromatiche, limoni e aranci. Il cortile era lo spazio attorno al quale ruotava la vita giornaliera di una famiglia. Svolgeva anche una funzione di rappresentanza ed era il luogo in cui si ricevevano gli ospiti.

esempio di fontana moresca
   Una peculiarità della casa musulmana era la concezione dello spazio in maniera polifunzionale: a differenza della casa occidentale non esistevano stanze per specifiche funzioni, ma la stessa stanza era utilizzata per svolgere contemporaneamente più funzioni, secondo le ore del giorno e le esigenze della famiglia: la spiegazione si pensa che si possa trovare nelle origini nomade di questo popolo che aveva nella tenda l'unico spazio disponibile, adatto a tutti gli usi.
   A causa dei molteplici usi le stanze non erano arredate con molti mobili e comunque piccoli facilmente trasportabili, c'erano piuttosto tappeti, cuscini, tende, tavolini, bauli. 
   I bagni per gli arabi erano pubblici e avevano la funzione delle classiche terme romane, ma nelle  case c'erano latrine e sistemi di scarico delle acque nere vicine all'esterno.

venerdì 21 settembre 2018

Granada: blanco y rojo

Granada: Fuente de Las Granadas  
   Se andate a Granada ve ne innamorerete. A me è successo. La città ha un fascino particolare che lascia il segno: non puoi dire che sei stato in Andalusia se non hai visto Granada! Dagli angoli più suggestivi dei suoi quartieri storici ai palazzi e alle torri dell'Alhambra, due sono i colori di Granada che rimangono impressi: blanco y rojo. Il bianco è il colore dominante dell'Albayzin e del Realejo: questi ultimi, nonostante si trovino nel cuore della città, percorrendoli si ha la sensazione di trovarsi in paesini dove la vita scorre tranquilla e silenziosa. L'Albayzin e il Realejo sono i quartieri che meglio la rappresentano, come custodi di un'antica civiltà di cui la città è portavoce.

vista di Granada dal Realejo
Albayzin: tipica stradina 
notturno: l'Albayzin dall'Alhambra
   Per scoprire l'Albayzin basta attraversarlo a piedi e raggiungere il Mirador de San Nicolas che è il luogo migliore per godere della vista dell'Alhambra. L'Alhambra appunto, il castello rosso, in arabo 'Qal'at al amra', al tramonto riflette i raggi del sole e le sue torri assumono una tonalità rosacea. Se poi ha appena smesso di piovere e sulla Serra Nevada spunta l'arcobaleno lo spettacolo non ha eguali al mondo!

Mirador de San Nicolas sotto la pioggia
l'Alhambra dal Mirador de San Nicolas
uno spettacolo inconsueto
l'Albayzin visto dal Generalife